19-08-2016 - Ligth Dinner e Rosario Foti al pianoforte


Venerdì 19 alle ore 2, una riuscita serata in spiaggia con musica dal vivo.

Ligth Dinner e Rosario Foti al pianoforte

 

01-08-2016 - ALL’ARMO DI PACE IL PRIMO PALIO D’ESTATE - SECONDA LA BARCA DELL’ASSOCIAZONE MOTONAUTICA E VELICA PELORITANA


E’ andata all’armo di Pace formato da Roberto Manganaro, Robert Micale, Stefano Alizio, Lillo Donato e timoniere Andrea Rotondo la vittoria del Primo Palio d'Estate, iniziativa remiera promossa dall’Associazione Motonautica e Velica Peloritana, giunta alla diciottesima edizione, e che domenica 31 luglio ha inaugurato la stagione delle grandi sfide tra le contrade marinare della riviera nord. Dietro i vincitori, l’equipaggio della Motonautica- Case Basse Paradiso, formato da Enrico Palmeri, Daniele Denaro, Luigi Siracusano, Francesco Visalli e timoniere Marco Palmeri; al terzo posto la barca di Grotte con Stefano Manganaro, Augusto Saija, Nino Neri, e Franceco Longo ai remi e Fabrizio Denaro al timone. La gara percorsa su un tratto di mille metri, è stata caratterizzata da un leggero vento di grecale e una corrente scendente che ha messo a dura prova gli equipaggi nel mantenere le corsie estratte. Dopo la partenza è stato l’equipaggio di Pace ad assumere il comando, seguito, a mezza barca, dalla Motonautica, più distanziata la barca di Grotte. A metà percorso un tentativo di rimonta della Motonautica che l’equipaggio di Pace ha respinto con lo sprint finale sino all’arrivo vittorioso alla linea del traguardo tra una boa e il pontile della Motonautica. Nella sede del circolo nautico si è svolta la premiazione con il presidente Giuseppe Vadalà Bertini e il diretto dell’Associazione Motonautica e Velica peloritana, il presidente della Lega Navale Italiana, Carmelo Recupero e il numeroso pubblico che aveva seguito le fasi della competizione svoltasi regolarmente grazie all’assistenza in mare della Guardia Costiera e al servizio sanitario, garantito dalla Confraternita della Misericordia. L’appuntamento del Primo Palio d’estate, ispirato dai festeggiamenti che erano celebrati nell’ottocento, nell'ultima domenica di luglio, in onore della Madonna della Porta di Paradiso sì è aperta ufficialmente la stagione delle competizioni tra le contrade marinare, organizzate tra i borghi della riviera nord di Messina che torneranno a confrontarsi, a bordo delle paciote, domenica 7 agosto, per il Trofeo Don Giovanni d’Austria.


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27-07-2016 - SETTANTACINQUE ANNI FA L’EPICA IMPRESA DI MALTA 2 CON L’AMMIRAGLIO DELLO STRETTO, FRANCO COSTA


La data del 26 luglio di settantacinque anni fa si lega a una delle epiche imprese della guerra sul mare: l’azione che gli uomini d’assalto della Regia Marina compirono nella munita base navale di Malta. Un’azione “valorosa” di cui fu ispiratore il pioniere dei mezzi d’assalto, la medaglia d’oro Teseo Tesei, affiancato dall’allora tenente di vascello, Franco Costa, calabrese, nato il 2 luglio 1912 a Gioia Tauro (Reggio Calabria), ma radicato a Messina, con la famiglia, nel villaggio di Paradiso. “Eroe dimenticato che l’Associazione Motonautica e Velica di Paradiso, ha ricordato proprio il 26 luglio nel corso di un evento sociale, presenti i familiari dell’ammiraglio Costa, medaglia d’argento al valore militare sul campo per l’azione su Malta, già insignito di medaglia di bronzo al valore militare, croce al merito di guerra.
Le operazioni belliche tra giugno-agosto 1941, a Malta erano molto più tranquille rispetto ai primi mesi dell'anno, quando gli Stuka, tedeschi avevano cominciato a bombardare il Grand Harbour dell’Isola. In tale scenario di guerra, l’evento caratterizzante il secondo anno di conflitto fu l'attacco della Regia Marina, il 26 luglio 1941, l’operazione Malta 2 che divenne nota come la Battaglia di Valletta.
In questo panorama la X Flottiglia MAS, l'unità d'elite della Regia marina italiana, pianifica un attacco a sorpresa contro quelle navi in porto. Il 25 luglio 1941, intorno alle 22.30 la stazione radar della RAF AMES 502 in cima a Madliena rileva un bersaglio a circa quarantacinque miglia nautiche a nord-nord-est di Malta. E’ il Regio avvisatore Diana, che un’ora e mezza dopo avrebbe lanciato l’azione dei dieci barchini MT, ritirandosi verso nord in attesa del rientro dell’operazione Malta 2. La nave Diana aveva mollò il rimorchio ed erano messi in mare i “barchini” e poi, a cinque miglia dall’obiettivo, i “maiali”, i siluri a lenta corsa. L’equipaggio di uno di essi era composto da Teseo Tesei e dal capo palombaro Alcide Pedretti: il loro compito era di attaccare e fare saltare le reti metalliche di protezione poste sotto il ponte S. Elmo, all’ingresso del porto di La Valletta, per aprire un varco che consentisse il passaggio dei “barchini”. Il secondo equipaggio era formato dal tenente di vascello Franco Costa e dal sergente palombaro Luigi Barla che, con il loro SLC, dovevano invece attaccare i sommergibili ormeggiati nella baia di Marsa Musetto, accanto al porto della Valletta. Secondo il piano, gli altri mezzi d’assalto sarebbero dovuti entrare in funzione dopo che Tesei fosse riuscito a far saltare l’ostruzione del ponte. Erano le quattro della notte. Contemporaneamente, le batterie dei tre forti posti a difesa del porto (S. Elmo, Ricasoli, Tigne) aprirono il fuoco, mentre i proiettori illuminavano la scena a giorno. Teseo Tesei e Costa decisero comunque di continuare l’assalto. Pochi attimi dopo, ecco lo scoppio. Teseo Tesei – si saprà dopo – aveva sacrificato la sua vita per permettere ai suoi compagni di portare a termine l’impresa. Purtroppo invano: l’esplosione aveva provocato il parziale crollo del ponte, senza aprire alcun varco.
Teseo Tesei prima dell’eroica e sfortunata impresa: aveva detto ai suoi uomini: “Occorre che tutto il mondo sappia che vi sono italiani che si recano a Malta nel modo più temerario. Se affonderemo qualche nave, oppure no, non ha molta importanza. Quel che importa è che noi si sia capaci di arrivare sotto l’occhio del nemico”.
Alle 5.40 circa 30 aerei decollano per attaccare i sopravvissuti; 16 italiani perdono la vita, 18 sono stati fatti prigionieri e 11 riescono a tornare in Sicilia. Costa fu tra i prigionieri deportati in Gran Bretagna e dopo negli Stati Uniti, fino alla fine della guerra. Rientrato in Italia, fu destinato alle operazioni di dragaggio, specie in Sicilia, per l’eliminazione delle mine. Capitano di vascello nel 1959, nel biennio 1961-1962 fu comandante del Raggruppamento subacquei e incursori e quindi capo di stato maggiore del Comando militare marittimo autonomo della Sicilia. Promosso contrammiraglio nel 1966, fu collocato in ausiliaria per limiti d’età nel 1970 ma continuo nella “sua” Messina a seguire la passione per il mare con le regate veliche, anche a bordo della sua Star e del Soling, barche sulle quali trasmise a molti giovani messinesi le tecniche dell’andar per mare. Sommergibilista, operatore di mezzi d’assalto subacquei, sommozzatore, incursore si era arruolato volontario nel 1931, aveva seguito all’Accademia Navale di Livorno, il corso allievi ufficiali di complemento e fu nominato guardiamarina a bordo dell’incrociatore Zara, sul quale prestava servizio. Morì a Messina, il 20 febbraio 1990.




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